mercoledì 3 novembre 2010

Ziki Paki Ziki Pu


Tra i 78 giri che si trovavano a casa di mia madre, c'era un titolo curioso che aveva attirato la mia attenzione: Ziki Paki ziki Pu.
Più giù trovate il testo: come vedrete si tratta di uno dei testi più razzisti, maschilisti e scurrili che io conosca. Mia madre, dopo aver ascoltato il disco, mi confessò candidamente che all'epoca lei non si accorgeva né del razzismo né dei numerosi doppi sensi.
La canzone, di Mascheroni, ebbe una certa popolarità, e venne ripresa tra gli altri da Narciso Parigi, Nicola Arigliano, dai Gufi e dall'immancabile Paolo Poli.

Sorprende vedere come, in tempi così bui e tristi come quelli in cui viviamo, i concetti in essa espressi non siano stati ripresi da qualche esponente della attuale maggioranza per giustificare, scusare o adidrittura esaltare le imprese del capo.

Ecco il testo:

Ziki-Paki era nata fra gli indù,
era figlia del gran capo di laggiù.
Bella bajadera, piccola e leggera,
somigliava al padre Ziki-Pu.

Ma un bel giorno, non so proprio come fu,
Ziki-Paki s’è trovata a tu per tu
con un tipo strano, era un italiano:
Ziki-Paki non ci vide più.
Disse: “Tu, proprio tu,
o mi baci oppur lo dico a Ziki-Pu”.

Ah, Ziki-Paki o Ziki-Pu,
l’italiano non ci stette a pensar su.
Se la prese per la mano,
la condusse più lontano
sotto un albero, laggiù:
“Dimmi il tuo nome, o bella indù”.
“Ziki-Paki sono e non scordarlo più!”.
E per meglio ricordar,
tosto lui si mise a far
“Ziki-Paki, Ziki-Paki, Ziki-Pu!”.

L’italiano spesso si recò laggiù
a trovar la bella figlia dell’indù.
Ma l’ardore passa, lei divenne grassa,
Ziki-Paki lui non vide più.
Ma in sua vece un giorno venne un grosso indù
con un bel marmocchio di color caucciù.
“Questo signorino esser tuo bambino.
Presto, fila e non tornare più!”.
E il caucciù, come fu,
somigliava tutto al nonno Ziki-Pu.

Ah, Ziki-Paki o Ziki-Pu,
l’italiano non ci stette a pensar su.
Se lo prese piano piano,
lo portò lontan lontano
al paese suo laggiù.
Appena giunto, disse:“Orsù,
dopo tutto è un italiano che c’è in più”.
E a chi stava a domandar
rispondeva: “Fu per far
Ziki-Paki, Ziki-Paki, Ziki-Pu!”.

Meglio un bimbo mezzo indiano
che passar la vita invano
senza eredi su per giù.
E, se la moda di lassù,
la nazione a popolar non pensa più
si può sempre ricordar
la canzone che sul far
“Ziki-Paki, Ziki-Paki, Ziki-Pu”!

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